//Ricerca della romanità: il Marchese del Grillo e il vinello dalle vigne del Mascherone
Eremo Tuscolano

Ricerca della romanità: il Marchese del Grillo e il vinello dalle vigne del Mascherone

Da L’Invitato Speciale, 17 aprile 2019, “Ricerca della romanità: il Marchese del Grillo e il vinello dalle vigne del Mascherone”

Gasperino: ‘o vedi che semo coijoni! Ma come, compramo tutto a tre volte il prezzo corente e solo ‘a legna ‘a vennemo alla metà?! Dice nun me fido… Ho fatto bene a vedé i conti… artro che. Se tu me freghi qui, me freghi su tutto! Perciò sei un ladro; sei ladro tu, tu padre e tu nonno e io ve licenzio a tutti e tre! Aspetta ‘n pò, prima da fa’ fagotto dimme na cosa… Ma quer vinello che se semo bevuti giù a tavola, ma che ‘o famo noi?
Amministratore: Si signore, viene dalle vigne del Mascherone…
Gasperino: Siii?!? E quanto ce n’avemo?
Amministratore: Parecchie botti di quello nuovo, più quello vecchio imbottigliato.
Gasperino: E ‘ndo stanno tutte ste botti e ste bottije… ortre che a casa tua?
Amministratore: Giù in cantina.
Gasperino: Allora io vado in cantina e tu te ne vai a…

Nel dialogo, sopra riportato, tra Gasperino (Alberto Sordi) e l’Amministratore dei beni del Marchese del Grillo nel famoso film del 1981 diretto da Mario Monicelli, c’è un tratto di forte romanità: l’amore per la bella vita e in questo caso particolare per il vinello “dalle vigne del Mascherone”, vigna di fantasia, appellata con il nome della Fontana di Via Giulia, nel rione Regola, voluta dai Farnese e inaugurata nel 1626. Ad essa è legato un anedotto che racconta che nel 1720, in occasione dell’elezione del Gran Maestro di Malta, dalla Fontana del Mascherone sgorgasse copiosamente vino al posto dell’acqua Paola, al cospetto della nobiltà romana del tempo. L’ambientazione delle bischerate del Marchese del Grillo è di poco successiva, collocata nella Roma papalina di inizio Ottocento, epoca in cui forse era ancora vivo il ricordo o l’usanza di improvvisare baccanali attorno alla Fontana del Mascherone, rievocati argutamente nel nome della vigna dal regista Mario Monicelli.

Al film si è liberamente ispirato il Ristorante Il Marchese di Via di Ripetta, recente apertura nel centro di Roma -anche cocktail bar- che nella sua osteria accoglie con modernità, in una struttura ristorativa pensata per essere essenziale, una cucina di stampo nettamente tradizionale, firmata dallo Chef Daniele Roppo, in passato allievo di Arcangelo Dandini e Marco Martini, due personaggi protagonisti della ristorazione capitolina che trovano quotidianamente nella cucina romana l’ispirazione per i loro piatti più riusciti.

Crocchetta di baccalà su crema di ceci al rosmarino, Carbonara del Marchese e Filetto di vitello come saltimbocca sono i tre piatti che possono comporre un ideale menù da accompagnare con il Frascati Superiore Eremo Tuscolano di Valle Vermiglia, scelto nella carta dei vini che include molti suggerimenti del territorio: tre piatti più volte collaudati alla prova del matrimonio d’amore con il bianco prodotto da Mario Masini a Monte Porzio Catone, sul monte Tuscolo, blend di malvasia puntinata e di Candia, trebbiano giallo, trebbiano toscano e bombino.

 

Ristorante Il Marchese – Via di Ripetta 162, Roma – 06 90218872